I musulmani hanno speso 92 miliardi di dollari nel 2018 in prodotti farmaceutici, dagli 87 miliardi di dollari dell’anno precedente, secondo il rapporto 2019/20 sullo Stato dell’economia islamica globale.
Con la consapevolezza musulmana della necessità di prodotti farmaceutici halal in aumento, si prevede che l’industria crescerà fino a $ 134 miliardi entro il 2024, secondo il rapporto di DinarStandard.
Questa crescente consapevolezza tra i musulmani si è sviluppata parallelamente a una più ampia tendenza sanitaria globale verso la scelta personale: i pazienti dovrebbero essere ben informati e in grado di scegliere trattamenti in linea con le proprie convinzioni e con la propria etica.
In effetti, è la mancanza di un’alternativa halal che ha guidato il fenomeno anti-inoculazione in molti paesi a maggioranza musulmana, con i genitori preoccupati che i vaccini contengano gelatina suina.
Ciò ha spinto l’Organizzazione per la cooperazione islamica (OIC) a formare un gruppo di lavoro speciale per creare vaccini e medicinali halal.
Lo sviluppo di prodotti farmaceutici halal ha quindi un impatto sociale più ampio, soprattutto perché i tassi di malattie trasmissibili sono più alti nei paesi OIC, rispetto ai paesi in via di sviluppo non OIC.
Il mercato dei prodotti farmaceutici halal, potrebbe trovare terreno fertile all’interno della nostra nazione sia per la crescita costante della popolazione residente di fede musulmana, sia per le opportunità commerciali che possono aprire oltre al mercato interno, quello internazionale. Senza contare che alcune realtà italiane dell’industria chimica ad uso alimentare e non, si è già attrezzata a fornire prodotti certificati halal.